La pellicola affronta il tema del cyberbullismo, un fenomeno che sta diventando una nuova emergenza sociale, forse ancor più spietato del bullismo “tradizionale” perché subdolo, difficilmente identificabile e arginabile. Sulla rete infatti, spazio e tempo si dilatano, così che i soprusi possono essere visibili da chiunque in qualsiasi momento. Il dolore si moltiplica e rinnova in ogni istante, tanto da indurre a credere che non ci sia altro da fare che togliersi la vita.
Ma la vita offre sempre un’altra possibilità, soprattutto quando si ha qualcuno accanto ad aiutarci a coglierla, che siano gli amici, la famiglia ma anche un professore. Il cortometraggio infatti spinge a riflettere anche sul ruolo, spesso sottovalutato, dei docenti. Questi infatti non trasmettono soltanto conoscenza, ma contribuiscono a formare le coscienze degli studenti, futuri adulti e cittadini della nostra società.
La storia di Alex è dunque la prova che “quello che era dolore può diventare luce”.
Il docufilm, lungometraggio minuziosamente rievoca la dura realtà di una strage immane, avvenuta a Terracina il 7.4.1944 e apprendiamo "dalle parole del regista" : "Che sia di monito per il recupero totale della memoria di stato e per quanti hanno perso la vita in quegli anni e dimenticati". In tutte le scene sono presenti luoghi ed ambientazioni reali, tolto ogni collegamento oggettivo con la modernità, appare come un viaggio riavvolto che va dal 1927 al 1944. Perfetti vestiti, armi e divise, tutto in reale, come se il tempo si fosse fermato al 44, il film è una lunga immersione nelle violenze naziste che hanno lasciano scie di sangue e morti, perpetrate in fuga da Cassino verso il nord. Durissimo il trailer e mai visto prima.
Si tratta della più lunga pellicola di guerra mai girata negli ultimi 20 anni in Italia con la rievocazione di una gravissima strage del 7.4.1944; dalla lunghezza di 114 minuti per circuito nazionale cinema e una pellicola di 47 minuti per i Festival Internazionali.
THEO ANGELOPOULOS
Il regista, sceneggiatore, montatore e produttore cinematografico giapponese Akira Kurosawa si espresse così sul cinema:
il cinema racchiude in sé molte altre arti, così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica.
Il regista ed attore Pier Paolo Pasolini aveva affermato:
Poiché il cinema non è solo un’esperienza linguistica, ma, proprio in quanto ricerca linguistica, è un’esperienza filosofica.
HERBERT MARSHALL MCLUHAN